venerdì 30 maggio 2014

Evoluzione della specie

Primi anni 70
Anni delle prime esperienze con i colori fluorescenti


Anni 70 inoltrati
Anni della ricerca dello schiaffo all'osservatore :=)
Anni 80
Anni della rappresentazione di un linguaggio estetico superiore

sabato 24 maggio 2014

Accademia Tiberina anno 1964

Stiamo mostrando le opere dell'ultimo periodo di Mario Agrifoglio, quello iniziato dopo il 1972 con l'inizio dell'uso della luce nera e la sperimentazione sulle trasformazioni di colore.
Però anche le opere di fine degli anni 50 inizio anni 60 avevano un loro spessore artistico riconosciuto.
Qui vi mostro il riconoscimento di accademico della accademia tiberina dell'anno 1964 per meriti artistici.

mercoledì 21 maggio 2014

Alcune semplici tecniche

Alcune tecniche per gestire le variazioni di colore sono semplici da applicare.
La prima è l'uso di colori WCostanti unitamente a colori trasparenti inibitori di UV.
Un colore WCostante rimane più o meno dello stesso colore sia sotto illuminazione solare che sotto illuminazione nera. Dico più o meno perché dipende anche dalla luce nera usata (la migliore sembra essere con lunghezza d'onda attorno ai 365nm).
Posso dipingere un'opera sotto luce diurna, usando solo questi colori (senza miscelarli neppure tra loro) che rimane identica sotto luce nera, poi applicare lievi strati di colori inibitori UV per creare un effetto di riduzione di luminosità su certe zone del dipinto.

La seconda è l'uso di un colore WConvergente al blu molto diffuso e semplice da trovare sul mercato, basato sul fosforo.

L'effetto può essere questo:


Ho cercato di rintracciare un'opera clamorosamente bella inutilmente: un'opera bianca che sotto luce nera diventa una sfera appoggiata ad un piano.

Purtroppo il vecchio proprietario è deceduto vent'anni fa e gli eredi non sanno che fine ha fatto l'opera, è un vero peccato.
Se qualcuno fosse a conoscenza di dove è l'opera bianca 'la sfera' è pregato di segnalarmelo.

martedì 20 maggio 2014

Un pò di storia

Questa non è un'opera vera e propria ma è una delle tele sperimentali che Mario Agrifoglio usava per farsi guidare nella scelta dei materiali e colori per gli effetti di cambiamento.


domenica 18 maggio 2014

Il compromesso storico

Gli artisti rappresentano gli accadimenti del loro tempo storico attraverso le opere e il loro linguaggio espressivo.
Ecco come Mario Agrifoglio rappresentò il compromesso storico.
In un mondo bicolore sotto luce solare, nel mondo della luce nera, giocando su WDivergenze rosse e WConvergenze gialle, compare il simbolo URSS.

 


venerdì 16 maggio 2014

Christian Megert a Lugano

Tra gli scopi della fondazione Mario Agrifoglio vi è anche quello di promuovere le forme d'Arte che possano relazionarsi con il Compensazionismo di Mario Agrifoglio e oggi vi parlerò di una visita fatta ad una interessante esposizione di Christian Megert alla galleria Allegra Ravizza di Lugano.
Christian Megert fonda la sua forza espressiva nella occupazione dello spazio, nella ricerca della dimensionalità e nel dinamismo del cambiamento.
L'osservatore posto di fronte alle sue opere viene coinvolto dalla semplicità essenziale della forma possibile per mezzo della complessità della costruzione umana.

Lo specchio come mezzo di rappresentazione dello spirito è infatti possibile perché la forza evolutiva umana ha forgiato questo mezzo altrimenti inesistente in natura.

Un manufatto unito alla forza naturale dei colori affascina e permette la meditazione sulla fallace variabilità dell'anima, su come un oggetto costruttivamente statico e immutabile prenda vita e muti spazialmente forma al mutare di posizione dell'osservatore e della fonte luminosa.

Sono proprio queste le cose che mi hanno affascinato e che ritengo avvicinino questo Artista alla forma d'Arte di riferimento principale di questo blog: l'uso di un manufatto (complesso da produrre) come lo specchio, di forme geometriche semplici, di masse colorate compatte: tutto ciò per mettere l'osservatore di fronte ad una nuova spazialità dimensionale.
Mi aspetto nel futuro che eredi di queste ricerche vicine nelle intenzioni ma lontanissime nella fattualità possano provare ad unire queste forme espressive:  l'uso di specchi colorati con luminescenti sotto luce nera permetterebbero un possibile gioco in una nuova estesa ulteriore dimensionalità.

venerdì 9 maggio 2014

Il carattere degli artisti

Parlando del carattere degli artisti mi hanno fatto ricordare un episodio della mia infanzia.
Come si dice .. correva l'anno 1972 (più o meno) ed ero all'inaugurazione di una  esposizione di mio padre a Milano con le opere con i cambiamenti di luce.
Suppongo che si trattasse della galleria "Globarte" ma forse alla Globarte mio padre presentò ancora la sua precedente espressione artistica e quindi potrebbe essere successo alla "Il mercante" o allo "Scorpione". Vabbè nel lasso di un paio d'anni mio padre espose in quattro gallerie in Milano, mio padre era estremamente nervoso e per questo penso che fosse proprio la prima con la nuova forma espressiva.
Non che il suo nervosismo fosse una novità ma un episodio come quello che vado a raccontare non era mai successo e, per fortuna, non successe più in futuro.
Dopo le presentazioni e i discorsini di rito (non so se si usano ancora) ci fu un breve vernissage e poi si spensero le luci per mostrare le opere sotto luce nera.
Passata una mezzoretta con i commenti più disparati dei presenti (per quasi tutti la luce nera era una novità assoluta) un tizio comincia a spiegare come secondo lui mio padre operava per produrre le sue opere, lui supponeva che mio padre realizzasse l'opera notturna poi stendesse un velo con qualche sostanza e infine applicasse un secondo strato per la visione diurna.
Bene mio padre non provò neppure a dialogare con questo tipo che poveretto in buona fede faceva le sue ipotesi sballate, cominciò a dare in escandescenze e lo prese letteralmente di peso sbattendolo fuori dalla galleria. Ovviamente l'evento era oramai rovinato.
Mi chiedo se forse la migliore strategia per un gallerista non sia quella di escludere alcuni artisti dalla inaugurazione ma immagino che questo potrebbe comportare altri problemi con il pubblico che viene non solo per opere bensì per conoscere l'artista.

venerdì 2 maggio 2014

L'opera della notte

Chissà forse occorre presentare le opere di mio nella sua versione notturna, lasciando immaginare l'opera diurna. In fondo lui lavorava soprattutto in camera oscura.


Un termometro per l'Arte

Esistono dei criteri che ci consentano di misurare il valore di un Artista?
Il primo criterio di misura che suggerisco è l'originalità.
Che grado di originalità ha il lavoro dell'artista? L'originalità può essere nel disegno, o nei temi trattati, nella tecnica a anche nell'approccio concettuale.
L'originalità permette a chi guarda un'opera di riconoscerne l'autore; sottintende una primogenitura su molti aspetti oggetto della stessa opera.
Un autore originale verrà riconosciuto, un autore che riprende temi o disegno verrà rimandato all'autore originale, quasi come un allievo al suo maestro.
Può capitare che Artisti diversi convergano verso una forma unitaria, creando una scuola per la quale verranno considerati i fondatori.
La professionalità della ricerca è un secondo criterio. L'autore non improvvisa un'opera ma la cala all'interno di una serie di opere che esprimono un pensiero complesso, un linguaggio nuovo.
Naturalmente occorre anche valutare quanto è casuale l'effetto ottenuto nell'opera e quanto è voluto dall'Artista.
Alcune opere riusciranno meglio di altre, alcune verranno accettate meglio; non è solo la volontà dell'Artista che rappresenta la significatività dell'opera (perché essa dipende anche dalla lettura che ne fa l'osservatore dell'opera) ma certamente un insieme di opere rappresenta l'espressione di questo nuovo linguaggio e come ogni linguaggio il suo valore dipende soprattutto dalle potenzialità espressive.
Tutto sommato questi due aspetti sono parzialmente complementari: la professionalità dell'Artista è in parte misurata dalla potenzialità espressiva e in parte dall'originalità delle sue opere.
La rappresentatività dell'Artista è un altro criterio.
Quanto l'Artista rappresenta il suo tempo? Oppure quanto anticipa i tempi futuri? Un Artista oggi che si ponesse come linguaggio concettuale l'era della velocità e delle macchine (temi cari ai futuristi) probabilmente faticherebbe a trovare soggetti e temi concettuali e sarebbe probabilmente costretto a rifarsi a cose già viste.
In alcuni casi l'Artista si oppone al suo tempo, esprime le tematiche di rottura e critica, costringe alla riflessione.
Un aspetto collaterale per giudicare un Artista è la conoscenza della sua storia artistica, un artista può rimanere fermo e costante su una certa tecnica e idea della pittura o evolversi sperimentando nuove idee e concettualità.
Un Artista che ha sperimentato, che ha variato le sue espressioni artistiche mostra un desiderio di ricerca, una volontà di evoluzione.
Esistono sicuramente criteri sui quali fondare una valutazione di un Artista ma questi sono quelli ai quali mio padre credeva.
In realtà la sua idea andava oltre, lui credeva che l'Arte dovesse rappresentare la filosofia concettuale dell'Artista e che questa stessa filosofia dovesse oltrepassare i limiti già esistenti. I suoi lavori artistici, nella sua intenzione, rappresentavano una realtà sconosciuta agli altri che lui intendeva disvelare non solo con i dipinti ma anche attraverso gli scritti di filosofia.
La sua convinzione di una fisica teorica in un vicolo morto discendeva dal suo rifiuto concettuale del paradigma dominante, le sue opere erano solo un linguaggio per esprimere e mostrare questo rifiuto.
Un aspetto evidente di questa convinzione è la espressione attraverso il suo linguaggio artistico che la fisica non ha capito il colore e la luce (perché le teorie attuali non ne descrivono pienamente i comportamenti).
Come già scritto in altri post, le descrizioni del comportamento della miscelazione dei colori e delle luci fallisce miseramente sotto luce nera.
La sua ricerca artistica di originalità ha dovuto, nei primi anni '70 fare dei compromessi con la sua ricerca puramente tecnica di causa-effetto rispetto ai desiderati effetti di produzione dei colori desiderati.
Il suo disegno infine si è semplificato nelle forme per concentrarsi proprio sul controllo delle tonalità e dei colori desiderati in camera oscura: dalle prime opere di cambiamento dove sia le forme che i colori erano sfumati è passato ad una fase dove le forme e i colori erano definiti e compatti per meglio rappresentare l'istantanea del cambiamento.
L'equilibrio dei colori e delle forme rappresentavano nella sua concezione la capacità professionale di moderare la superficie pittorica.
Ecco che secondo questo termometro la valutazione di Artisticità potenziale di Agrifoglio è elevata.
Ora quello che rimane per vederne riconosciuti i meriti artistici è semplicemente quello di aspettare e promuovere, far conoscere ed insistere.
Un aspetto per il quale sicuramente mio padre era deficitario era la sua assoluta incapacità di promuoversi, una incapacità di maturare contatti e relazioni.
Quanto alzano o abbassano l'asticella del termometro queste incapacità?